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GAETANO GERVASIO

Gaetano Gervasio nasce a Monteverde (AV) il 2 gennaio 1886. Frequenta la scuola fino alla terza elementare e lavora nei campi con i genitori; nel 1897 si trasferisce a Melfi come apprendista falegname, mestiere che continua a svolgere a Cerignola, Venezia, e poi a Milano dove partecipa attivamente alla vita della propria Lega di mestiere e della Camera del Lavoro fino a tutto il 1911. Dopo un periodo di lavoro in Svizzera e negli Stati Uniti, rientra a Milano nel 1913 e si avvicina al movimento anarchico partecipando alle agitazioni promosse dalla Unione Sindacale Milanese ed intervenendo nel dicembre dello stesso anno al II° Congresso nazionale della Unione Sindacale Italiana – l’organizzazione fondata da sindacalisti rivoluzionari ed anarchici che avevano abbandonato la Confederazione Generale del Lavoro - schierandosi a favore della proposta di organizzazione dei sindacati nazionali di industria. Dopo un breve periodo di emigrazione in Francia risiede a Torino dal 1915 al 1920 lavorando come motorista meccanico e svolgendo funzioni amministrative nella USI, in rapporto con Gramsci e vicino alla esperienza consiliare. La sconfitta seguita all’occupazione delle fabbriche del settembre 1920, oltre che la perdita del lavoro, lo inducono ad una nuova emigrazione in Francia da cui però viene espulso nel 1922. Rientrato in Italia, nel gennaio 1923 si trova a Milano dove è membro del Comitato Esecutivo oltre che segretario amministrativo dell’Unione Sindacale Italiana. Intanto la repressione governativa si intensifica: più volte arrestato, partecipa nel giugno 1925 a Genova al Convegno nazionale dell’USI tenuto clandestinamente a causa del decreto di scioglimento dell’organizzazione da parte del regime fascista. In questo periodo Gervasio gestisce a Gorla, alla periferia di Milano, una officina (la “officina rossa”) dove lavorano compagni perseguitati ed impossibilitati a trovare lavoro altrove. Il suo antifascismo gli costa più volte fermi ed arresti. Dopo il fallimento della sua officina, avvenuto nel 1935, Gervasio svolge diversi lavori, da ultimo come operaio in una fabbrica di tappi di bottiglia. Dopo l’8 settembre 1943 è in contatto con numerosi antifascisti e partecipa attivamente agli scioperi del marzo 1944. Arrestato, riesce a fuggire prima del suo trasferimento a Dachau e si nasconde nel cascinale di un compagno operaio nella campagna vicino a Pavia dove, entrato in contatto con un gruppo di socialisti, partecipa a riunioni ed alla distribuzione di volantini nelle fabbriche. Nell’immediato dopoguerra Gervasio diventa una delle figure di spicco del riorganizzato movimento anarchico e della componente anarchica all’interno della CGIL. Nel giugno 1945, al primo convegno interregionale della Federazione comunista libertaria Alta Italia, Gervasio tiene la relazione sull’organizzazione sindacale e la posizione degli anarchici; in detto convegno si ritiene opportuno prendere una chiara posizione a favore della unità sindacale raccomandando a tutti i militanti l’impegno a lottare nell’organizzazione di massa e nelle strutture di base del movimento operaio. Nel settembre dello stesso anno, in occasione delle elezioni dei delegati della FIOM, fa parte della lista sindacale presentata dalla Federazione Comunista Libertaria a Milano che raccoglie il 4% dei suffragi (17.216 voti). Nel maggio 1946, in occasione del primo convegno dei Comitati di Difesa Sindacale, nati per coordinare l’azione degli anarchici all’interno del mondo del lavoro, Gervasio viene eletto nel Comitato nazionale di detti organismi. Fautore dell’unità sindacale all’interno della CGIL, è membro a Milano del Comitato Esecutivo della Confederazione e del Direttivo provinciale della FIOM in rappresentanza dei lavoratori della FISEM, l’azienda in cui lavora come operaio. Nel frattempo collabora intensamente al periodico “Il Libertario”. Anche nel periodo delle scissioni sindacali Gervasio, spesso in polemica con l’orientamento di altri compagni all’interno della Federazione Anarchica Italiana, che si era costituita nel congresso nazionale di Carrara del settembre 1945, continua a sostenere la necessità per gli anarchici di rimanere nella CGIL e soprattutto di difendere la natura classista ed unitaria del sindacato a dispetto del proliferare delle correnti partitiche, come afferma pure nel suo intervento al II° Congresso nazionale della CGIL nell’ottobre del 1949; in quella occasione esprime inoltre la sua critica all’accettazione di mandati politici e parlamentari da parte di chi occupa cariche direttive nel sindacato. Nello stesso 1949 è tra i protagonisti del convegno di studi tenutosi a Milano, in agosto, sui rapporti tra movimento anarchico e movimento dei lavoratori, in cui sostiene una posizione favorevole all’assunzione di cariche all’interno degli organismi confederali. Viene eletto nel Direttivo nazionale della CGIL, al termine del Congresso del 1949, e nello stesso periodo è anche membro sia del Comitato Esecutivo della Camera Confederale del Lavoro di Milano che del Comitato Centrale della FIOM, organismo questo di cui continua a fare parte anche in seguito per poi proseguire il suo impegno tra i pensionati dopo essersi ritirato dal lavoro in fabbrica a 72 anni. Viene nuovamente eletto nel Direttivo nazionale della CGIL al III° Congresso del 1952, al IV° Congresso del 1956, al V° Congresso del 1960; in quegli anni partecipa attivamente anche alle attività di patronato sindacale e viene eletto nel Direttivo nazionale e della provincia di Milano dell’INCA. Continuerà sempre a battersi per l’impegno degli anarchici nella CGIL ma si interesserà, in particolare negli ultimi anni, così come aveva fatto in quelli della giovinezza, delle comunità educative libertarie e laiche a cui dedica volontariamente molto del suo tempo libero: tra queste la Scuola Moderna Francisco Ferrer ed il Centro Educativo Italo-Svizzero. Gaetano Gervasio muore a Napoli il 25 novembre 1964.

a cura di m.s.

Bibliografia.

AA.VV. - Dizionario biografico degli anarchici italiani. Vol. I°. BFS Edizioni, 2003.

Gaetano e Giovanna Gervasio – Un Operaio semplice. Storia di un sindacalista rivoluzionario anarchico (1886-1964). Zero in condotta, 2011.

Ugo Fedeli (a cura di) - Federazione Anarchica Italiana. Congressi e convegni (1944-1962). Edizioni della libreria della F.A.I., 1963.

Adriana Dadà – L’anarchismo in Italia: tra movimento e partito. Teti editore, 1984.

I Congressi della CGIL. Vol. III°, IV°-V°, VI°. Editrice Sindacale Italiana, 1970.

Roberto Manfredini (Tesi) - Difesa Sindacale: la componente anarchica nella Confederazione Generale Italiana del Lavoro (1944-1960). Università di Bologna, anno accademico 1986/87.